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Escursioni cancellate, flashmob con gli accappatoi, spazzolini condivisi e mutande unisize."Siamo stati costretti a pietire pannolini e assorbenti agli altri passeggeri"
Nel rutilante mondo della città galleggiante, dove il divertimento è assicurato dal pacchetto all inclusive, teatro palestra minigolf 13 ristoranti più 7 bar & lounge escursioni escluse, 150 persone sono in piedi vestite solo con l’accappatoio. Assediano la reception della nave e non intendono muoversi di lì. La loro protesta stride con le luci della Serata in Bianco. O era la Serata Frizzante?
Nessuno lo ricorda bene. Quel che si ricorda è però il momento d’imbarazzo per quel flash mob avvenuto sulla Costa Firenze, crociera ai fiordi norvegesi, prima settimana di agosto. Perché siamo al secondo giorno di navigazione dopo la partenza da Kiel e quelle persone in piedi non sanno letteralmente che cosa mettersi addosso. Le loro valigie, che secondo la réclame dovevano trovarsi già nella loro cabina, non sono arrivate. A loro sono state consegnate rassicurazioni e un kit di sopravvivenza: spazzolino da denti, dentifricio, un pettine e un paio di mutande. Rigorosamente unisize. Per il resto, sono vestite come alla partenza, 48 ore prima.
Agli spagnoli, alla fine, andrà anche bene. Il vettore Iberia riuscirà a portare loro i bagagli al primo approdo utile, Geiranger. Peggio è andata agli altri 47 passeggeri italiani che le loro valigie, il cui arrivo è stato rinviato di giorno in giorno, non le hanno mai viste. Così come le escursioni, a temperature proibitive con i loro indumenti estivi.
C’è poco da divertirsi o rilassarsi quando passi ore al desk della compagnia per capire come riuscirai a vestirti nei giorni successivi. La compagnia aerea bulgara Elektra Airways deve aver combinato un vero pasticcio visto che le valigie si trovano sparse un po’ in tutta Europa tra Malpensa, Copenhagen e Oslo. Ma – obiettano i passeggeri – «noi il pacchetto l’abbiamo acquistato da Costa». E così, sulla nave, è successo un po’ di tutto, con scene grottesche e, a volte, umilianti.
SCENE DI ORDINARIA SOPRAVVIVENZA
«C’erano bambini con la febbre, coppie che litigavano. Durante una cena siamo dovuti andare noi passeggeri a pietire di tavolo in tavolo degli assorbenti per tre ragazze che avevano il ciclo», racconta Nadia Perugini. Lei, la vacanza, se l’è organizzata con il figlio 15enne. L’unica valigia che è riuscita a recuperare è stata quella del suo ragazzo: «A cena sono scesa con i miei pantaloncini corti e il personale mi ha rispedito indietro dicendomi che non era un abbigliamento consono – racconta –. Ho dovuto indossare un paio di pantaloni di mio figlio lasciandomeli slacciati sul davanti». Per 4200 euro di vacanza, non il massimo. «Sono alla terza crociera con Costa e non era mai successo nulla del genere».
Rosilde D’Arienzo, 8000 euro per tutta la famiglia, spiega che i suoi due figli non hanno nemmeno visto la piscina: «Non avevamo i costumi, ma io i servizi li ho pagati». E ricorda una neo mamma: «Aveva finito i pochi pannolini che aveva portato nel bagaglio a mano. Ha chiesto di poter fare un annuncio a tutta la nave. Gliel’hanno negato. Poi si è arrangiata». Una ragazza, è ancora il racconto di Rosilde, «ha avuto un attacco di panico perché aveva dei medicinali nella propria valigia. Per farsene dare altri ha dovuto sottoporsi a una visita medica a bordo e pagarsela 130 euro».
IL BUONO DA 400 EURO
A un certo punto, vista la situazione, Costa ha deciso di dare ai 47 sfortunati un buono da 400 euro da spendere sui negozi della nave. Ma i negozi di una nave da crociera sono più lo sfizio per una serata alla moda che un luogo in cui rifornirsi di tutto il necessario per sopravvivere. «Era facile riconoscerci – dice Rosilda –. Eravamo vestiti tutti Calvin Klein o Hilfiger, qualcuno era riuscito a recuperare dei pile e delle giacche dell’equipaggio». Le taglie sono finite subito, troppo alto il numero delle richieste. E una maglietta griffata non fa guardaroba. «A un certo punto ci hanno anche detto che non prendevano più gli scontrini perché era “scaduto il tempo”, ho dovuto litigare per farmeli accettare».
IL CAMBIO DI ROTTA
Per la serie la sfortuna quando si accanisce, anche il tempo ha fatto la sua parte. In quei giorni la tempesta Hans batte le coste norvegesi. Il capitano ha in primo luogo il dovere di tutelare la sicurezza dei passeggeri. E così, niente fiordi: si cambia itinerario e si torna verso la Danimarca: «Stravanger è stata sostituita dall’amorfa e anonima Aarhus» racconta Luca Moscatelli. In molti non han gradito la scelta, Aahrus è una cittadina portuale che – a detta dei passeggeri – non ha nulla di interessante.
IL RECUPERO BAGAGLI INDIPENDENTE
Un’altra cosa che ha fatto inferocire i passeggeri sono state le indicazioni fornite dal manager della nave. L’uomo è assediato tutti i giorni, dal terzo comunica che non riceverà più il gruppo, ma solo singole cabine e solo su appuntamento. Non sappiamo chi fornisce le indicazioni a Costa, ma i bagagli – viene detto – sono tutti fermi a Oslo. I passeggeri, tuttavia, si trasformano in detective e scoprono che non è così. «Abbiamo scritto direttamente all’aeroporto di Oslo e ci hanno detto che i nostri bagagli non c’erano. Uno di noi aveva un air tag nella propria valigia che continuava a segnalare Malpensa».
Così, alla penultima tappa del viaggio a Copenhagen, un paio di passeggeri decidono di tentare la sorte e si recano al servizio Lost and found dell’aeroporto danese. «Abbiamo scoperto che le nostre valigie erano lì, nemmeno in un deposito ma abbandonate su due carrelli in un angolo dell’aeroporto. Abbiamo recuperato le nostre due valigie e abbiamo girato un filmato delle altre inviandolo agli altri passeggeri nel caso riconoscessero il loro bagaglio. Così 14 persone hanno potuto recuperarlo. Ma ci sono persone che, a tutt’oggi, non sanno ancora dove si trovano le loro valigie».
LA POSIZIONE DI COSTA CROCIERE
«Costa Crociere è molto dispiaciuta per i disagi occorsi ad un gruppo di suoi ospiti – fanno sapere dalla compagnia - Costa si è subito attivata per cercare di far arrivare i loro bagagli dall’aeroporto di Malpensa, aeroporto di origine del volo, in una delle tappe previste della crociera. Purtroppo, per ragioni operative indipendenti dalla volontà di Costa, questo non è stato possibile. Inoltre, Costa ha immediatamente offerto assistenza ai suoi ospiti arrivati a bordo senza bagaglio, cercando di mitigare questo spiacevole inconveniente: per permettere a questi ospiti di acquistare i propri beni personali in sostituzione di quelli non recapitati, è stato offerto loro un rimborso per ogni bagaglio non consegnato».
Costa afferma di aver tenuto costantemente informati gli ospiti sull’evolversi della situazione dei loro bagagli, in base alle informazioni che Costa stessa ha ricevuto da parte degli aeroporti e dei ground agents coinvolti. «Al termine della crociera, in occasione del rientro degli ospiti a Malpensa, Costa ha provveduto a inviare un suo referente in aeroporto per assisterli nel ritiro diretto dei loro bagagli o per la pratica di consegna gratuita presso il loro domicilio».
E per quanto riguarda il cambio itinerario: «Gli ospiti hanno tutta la nostra comprensione e capiamo che l'aspettativa di visitare i porti pianificati faccia parte del viaggio. Purtroppo, a causa delle condizioni meteorologiche avverse, è stato necessario effettuare modifiche all’itinerario per garantire la sicurezza e il benessere dei nostri ospiti e del nostro equipaggio, che sono la nostra massima priorità. Le decisioni di modificare l'itinerario vengono prese con estrema attenzione e in conformità con le norme di sicurezza marittima».
Il pacchetto Survivor, tuttavia, non era compreso nel prezzo.
n.b.: nell'ultima foto un passeggero con "divisa" prestata dall'equipaggio della nave
(articolo di
RAPHAËL ZANOTTI)
Fonte: La Stampa
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Viaggiare è dare un senso alla propria vita, viaggiare è dare vita ai propri sensi.
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